Di quante vaghe giovinette e belle
Ho scherniti gli amor, fuggito il foco! 475Di quante ninfe in queste parti, e in quelle
L’aspre pene e martir m’ho preso in gioco!
Or m’han condotto l’inimiche stelle
A pianger teco in questo ombroso loco:
E tu, s’al mio pregar duro sarai, 480Tosto con altri ancor ne piangerai.
Deh! perchè non poss’io viver ne l’acque,
Ch’or verrei dentro a dimorarmi teco?
Ma poi ch’al crudo ciel questo non piacque
Perchè non vieni a dimorarti meco? 485Ciprigna con Adon tra l’erbe giacque,
Non schivò Giove pria l’erboso speco,
Nè tu devi schivar d’uscirne fuori
Quinci a posar tra violette, e fiori.
Così dicendo, intorno agli occhi gira, 490E ch’egli ascenda nella valle crede,
Poi torna al fonte, e chiamando sospira,
Che nel medesmo loco assiso il vede:
Ma poi che intento lungamente mira
Muover la man, la fronte, il braccio, il piede, 495La lunga pruova ch’ogni dubbio sgombra
Gli mostra in fin che di se stesso è l’ombra.