Pagina:Poemetti italiani, vol. III.djvu/17

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     Che siete uom raro, e da gradir persona,
Non pur che ’l cerchio cinga il capo suo;
Ma che porti il Camauro o la corona.
     Ma perchè si suol dir nel caso tuo
Proprio prendi avvocato, e suolsi dire:
Che veggon più quattro occhi che non duo;
     E parmi d’ora in ora vederv’ire
Col venditore, e col notaio al fianco;
Io vi vuo’ col consiglio prevenire.
     Nè vi debbo in questo atto venir manco,
Se ben l’usanza il consigliar mi vieta
Uom, che nol chiede oltra c’ha il pelo bianco.
     Se comparir da amico e con moneta
Non posso, il che voi forse avreste a scorno,
Verrò con penna in mano, e da poeta.
     E vi voglio insegnar tutto in un giorno
Quel poco, che in molti anni m’ha insegnato
Il leggere, l’udire, e ’l gire attorno.
     Perchè in ogni atto, che non sia sforzato,
L’elezion ben fatta è quel che importa:
Lasciamo andar quando da su vien dato.
     Se va l’elezïon senza la scorta
Del buon conoscimento, ella andrà male:
È un gir al buio là ve ’l piè ne porta.
     Ch’esser puote il podere in parte, e tale,
Ch’io nol torrei se mi si desse in dono,
Non pur a molto men di quel che vale.