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A canna arcade simile: qual pende
Il legume d’Aleppo dal suo ramo,
A coronar le mense util bevanda,
Qual sorga l’ananas; come la palma
Incurvi, premio al vincitor, la fronda.
Ah non sia chi la man ponga a la scorza
De l’albero fallace avvelenato,
Se non vuol ch’aspre doglie a lui prepari
Rossa di larghi margini la pelle.
Questa pudica da le dita fugge;
La solcata mammella arma di spine
Il barbarico cacto; al Sol si gira
Clizia amorosa: sopra lor trasvola
L’ape ministra de l’aereo mele.
Dal calice succhiato, in ceppi stretta,
La mosca in seno al fior trova la tomba.
Qui pure il sonno con pigre ali, molle
Da l’erbe lasse conosciuto dio,
S’aggira; e al giunger d’Espero rinchiude
Con la man fresca le stillanti bocce,
Che aprirà ristorate il bel mattino.
E chi potesse udir de’ verdi rami
Le segrete parole, allor che i furti
Dolci fa il vento su gli aperti fiori
De gli odorati semi, e in giro porta
La speme de la prole a cento fronde:
Come al marito suo parria gemente