Pagina:Poemetti italiani, vol. VI.djvu/106

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Timido ti sostien mentre il dorato
Cocchio tu sali, e tacito e severo
Sur un canto ti sdrai. Apriti, o vulgo,
E cedi il passo al trono ove s’asside
Il mio Signore: ahi te meschin s’ei perde
Un sol per te de’ preziosi istanti!
Temi ’l non mai da legge o verga o fune
Domabile cocchier, temi le rote,
Che già piú volte le tue membra in giro
Avvolser seco, e del tuo impuro sangue
Corser macchiate, e il suol di lunga striscia,
Spettacol miserabile! segnaro.