Pagina:Poemetti italiani, vol. X.djvu/222

Da Wikisource.
218

205Tutti fugar il formidabil brando
Gli schierati indugianti Amaleciti.
    E già di polve, e d’altrui sangue intriso
Verso Masfà colla vittoria al fianco
Jefte movea, quand’ecco (ahi! lagrimosa
210Scena, che in mesto suon volge le liete
Belliche viva trionfali) innanti
Al caro Genitore, ecco la sola
Figlia, cui gioja impaziente al piede
Impenna l’ali, in vaga mostra altera
215Di fior, di bende il torto crine avvolta
Farsi primiera in compagnia di scelte
Verginelle leggiadre. Ode il buon Duce
Non ben distinto ancor ode di timpani,
Di cetere, di crotali il festevole
220Rimbombo, e misti in un giojosi cantici,
Onde la pugna, e la vittoria esaltasi,
Mira le danze, che per via s’intrecciano.
    Jefte da lunge la sua figlia appena
Vede, che ’l piè tosto sofferma e immoto
225Qual corpo esangue, o fredda selce antica
Ah! dir volea, ma la parola indietro
Mormorando a piombar torna sul cuore
Risospinta dal subito dolore.
Gli vacillan le piante. Tenebrosi
230Getta torbidi sguardi, e poche stille
Bagnanli il sen di lagrime contese.