súbito seda con saggia parola una rissa anche grave. 85Per questo i saggi re ci sono: perché, quando incombe
dànno sui popoli, sanno con miti, con sagge parole,
in assemblea, di leggeri, parlando, rivolger le sorti.
Se fra le genti va, l’onorano al pari d’un Nume,
con reverenza grande: ch’ei muove fra tutti distinto. 90Il sacro dono è questo che porgon le Muse ai mortali,
ché, per voler delle Muse, d’Apollo che lungi saetta,
cantori e citaristi divengono gli uomini in terra,
i re per volontà di Giove. Beato il mortale
caro alle Muse: a lui fiorisce dai labbri la voce: 95e, pur se alcuno ha cruccio nel cuore per lutto recente,
se di cordoglio ha pieno lo spirito, quando il cantore
ministro delle Muse, le gesta degli uomini antichi
canta, e i beati Celesti che reggon d’Olimpo le sedi,
súbito le sventure dimentica, piú non ricorda 100i lutti: e delle Dive ben presto lo svagano i doni.
Figlie di Giove, salvete, l’amabile canto a me date;
e celebrate la stirpe dei Numi che vivono eterni,
che nacquer dalla Terra, dal Cielo gremito di stelle,
e dalla buia Notte: nutriti altri furon dal mare. 105E dite come prima la Terra ebbe origine, e i Numi
nacquero, e i Fiumi, e il Mare che irato si gonfia, infinito,
e sfavillanti gli astri nell’alto, e l’amplissimo Cielo.
E come i Numi nacquer da loro, datori di beni,
e come fêr dei beni le parti, ed ottenner gli onori, 110e come ebbero prima l’Olimpo dai molti recessi.
Ditemi questo, o Muse, che avete dimora in Olimpo,
sin dall’origine, dite chi primo di lor venne a luce.