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INTORNO AD OMERO AD ESIODO ALLA LORO STIRPE ALLA LORO GARA



Omero ed Esiodo, i piú divini fra poeti, tutti quanti gli uomini bramerebbero averli concittadini.

Se non che, Esiodo, nominando a sua patria, tolse di mezzo ogni contesa, dicendo che suo padre


in un borgo meschino, nei pressi abitò d’Elicona,
in Ascra, trista il verno, penosa l’estate, e mai buona.


Omero, invece, tutte le città, e d’ogni città le colonie, affermano che sia loro.

E primi quelli di Smirne dicono che, essendo figlio di Meles, fiume che attraversa la loro terra, e della Ninfa Cretèide, da prima fu chiamato Melesigène, e poi, divenuto cieco, gli fu cambiato il primo nome in quello d’Omero, che presso loro serve a designare chi sia privo della vista.

Quelli di Chio adducono anch’essi argomenti per provare che fu loro concittadino, e affermano che presso loro vivono ancora alcuni della sua famiglia, chiamati Omèridi.

Quelli di Colofóne mostrano anche il luogo in cui dicono