Pagina:Poemi (Esiodo).djvu/45

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PREFAZIONE xli

E per tutti, e in misura assai maggiore, è probativo il carattere policefalico. Chimera ed Orthos hanno tre teste per ciascuno: Hydra ne ha nove; Cerbero, nella versione Esiodea, ben cinquanta. Ora, se questi non sono i tentacoli della piovra, non so piú con quali criterii si debbano considerare i rapporti fra le creazioni mitologiche e le lor probabili origini fisiche. E non so come si possa ancora fantasticare che tutti questi capi dei mostri non siano altro se non i raggi del sole, unica panacèa per tutti gli ardui problemi mitologici.

Inutile seguitare le ricerche. Si vede come questo ultimo gruppo di essenze mostruose, senza dubbio di origine marina, apra la via a sistemare un gran numero di altri mostri. E può essere che tra i marini Esiodo ne abbia introdotto qualcun altro di origine differente.

Se ora consideriamo le creature rimanenti sotto la discendenza di Terra, vediamo sùbito distinguersi per caratteri chiari e non equivocabili i due gruppi, formati, rispettivamente dalle coppie Iperione e Teia, e Coio e Foibe.

Iperione è il sole considerato nel suo movimento ascensionale: Theia è la madre della luce, è la luce1. E loro figli Sole, Seleno, Aurora, Eosfòro ossia la stella del mattino, e gli astri.

Per l’altra coppia, non sappiamo determinare con sicurezza né l’etimo né il significato di Coio; ma assai trasparente è il nome di Foibe, la scintillante, e piú anche significativa la loro discendenza: Asteria, che, anche una volta, non può essere se non una rappresentante degli astri, una specie di

  1. Vedi Pindaro, Istmia IV, 1 sg., e le mie osservazioni nel volumetto Pindaro e polemiche pindariche, pag. 162 sg.