Pagina:Poemi conviviali (1905).djvu/221

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in oriente 201

Vedo qualche smarrito astro che cade:
muore anche l’astro. Ma tu, pago il cuore,
stai ruminando sotto le rugiade.


O greggia, solo chi non sa, non muore!
Tu non odi l’abisso che rimbomba
presso il tuo dente, e strappi lieta il fiore


del loto eterno ai sassi della tomba —



iii



E un canto invase allora i cieli: pace
sopra la terra! E i fuochi quasi spenti
arsero, e desta scintillò la brace,


come per improvvisa ala di venti
silenzïosi, e si sentì nei cieli
come il soffio di due grandi battenti.


Erano in alto nubi, pari a steli
di giglio, sopra Betlehem; già pronti
erano, in piedi, attoniti ed aneli,


i pastori guardando di sui monti,
e chi presso le tombe, onde una voce
uscìa di culla, e chi presso le fonti,


onde un tumulto scaturìa di foce:
e un angelo era, con le braccia stese,
tra loro, come un’alta esile croce,