Pagina:Poesie (Carducci).djvu/178

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152 juvenilia


Cotal su i mille e mille egli irrompea
Fuga spargendo e morte;
Fera coppia fraterna, al fianco avea
L’atroce Cinegira e Aminia il forte.
Né de le tibie flebili o del canto
Ozio si fece e vanto;
Ma, dal funereo sasso ei Maratone
48Ricorda, e tace le febee corone,

Fu pugna e sfida contro i fati ardita,
Fu clamor di trofei
D’Eschilo l’arte; e sgorga da la vita
E refluisce vita a’ petti achei.
Non dispetto infingardo o steril ira
Né solitudin dira
Cinge il vate; ma luce ampia ma polve
56E frequenza di popolo l’avvolve.

Te, vate nostro, a’ rei secoli dato
Quando vita n’è spenta,
Te premea reluttante il grave fato
Giú nel silenzio a l’aër putre e lenta.
Te, non furor di libera coorte
Che consacra a la morte
Con quel de’ regi il capo suo, né grido
64Di vittoria che introna il patrio lido,