Pagina:Poesie (Carducci).djvu/184

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158 juvenilia

De i neri occhi d’amore, e un batter forte
De la man su le corde, iscolorava
45Le fanciulle di Lesbo; entro l’affiso
Sguardo venendo l’alma e ne’ socchiusi
Labbri a libar le voluttà promesse.


III.



Ma or né Cipri a l’egre anime accorre
Su ’l carro tratto da gli augei, né Febo
50La cetera del duol raffrenatrice
Agita in vetta a i luminosi colli.
Or solinghe le cure, or la quïete
È inerte e bruna; e sovra i monti e al piano
E nel cielo e ne i cori il verno regna.
55O d’april nuvoletta, o ne l’aurora
Luce d’amor che di cotanto riso
L’avvenir m’irraggiavi, io te ripenso,
Fanciulletta d’un tempo. Oh quando i luoghi
Rividi sacri da la tua presenza,
60E l’aëre spirai che di tua voce
Le molli melodie vibrava a i sensi,
L’aër che dolce che voluttuoso
La persona gentil circonfluia,
Oh, ti rividi ancor! transfigurata,
65Qual l’amor mio ti fece, una suprema
Volta al seno ti strinsi. Ahi, nel mutato
Petto agghiacciar sentii la vita; e insieme
Da le braccia l’imago esil vania