Pagina:Poesie (Carducci).djvu/275

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juvenilia 249


Da li scogli che frangon l’Egeo,
Da le rupi ove l’aquile han covo,
O fratelli di Grecia, al Pireo!
116Contro l’Asia Temistocle è qui.
     Serbo, attendi! su ’l pian di Cossovo
Grande l’ombra di Lazaro s’alza;
Marco prence da l’antro fuor balza,
120E il pezzato destriero annitrí.36

Strappa omai de’ Corvini la lancia
Da le sale paterne, o Magiaro;
Su ’l tuo nero cavallo ti slancia
124A le pugne de i liberi dí.
     In fra ’l gregge che misero e raro
L’asburghese predon t’ha lasciato,
Perché piangi, o fratello Croato,
128Il figliuol che in Italia morí?

In quell’uno che tutti ci fiede,
Che si pasce del sangue di tutti,
Di giustizia d’amore di fede
132Tutti armati leviamoci su.
     E tu, fine de gli odii e de i lutti,
Ardi, o face di guerra, ogni lido!
Uno il cuore, uno il patto, uno il grido:
136Né stranier né oppressori mai piú.