Pagina:Poesie (Carducci).djvu/380

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Deh come lieto tra il Sunio e l’isole
Care ad Omero care ad Apolline
L’azzurro Egeo mareggia,
16Su cui passeggia — de’ gran fatti il suon!

Infrenin regi le genti barbare,
Grecia li fuga. Veggo Demostene
Su ’l bavarico esiglio
20Il torvo sopracciglio — dispianar.

Ombra contenta ricerca ei l’àgora
Che già ferveva fremeva urtavasi
De la sua voce al suono
24Sí come al tuono — il nereggiante mar.

Da poi che il brando nel mirto ascosero
Armodio e il prode fratello unanime
Non mai di piú giocondo
28Per Atene su ’l biondo — Imetto uscí.

Udite... È un altro fanciullo barbaro
Che Atene accatta rege. Nasconditi,
Musa: ritorna in pianto
32D’Armodio il canto — a questi ignavi dí.