Pagina:Poesie (Carducci).djvu/444

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418 giambi ed epodi

 

Veglio! son pompe di ferocie vane
In che il tuo cor si esala,
E in van t’afforza a troncar teste umane
36Quei che salvò i La Gala.

Due tu spegnesti; e a la chiamata pronti
Son mille, ancor piú mille.
I nostri padiglion splendon su i monti,
40Ne’ piani e per le ville,

Dovunque s’apre un’alta vita umana
A la luce a l’amore:
Noi siam la sacra legïon tebana,
44Veglio, che mai non muore.

Sparsa è la via di tombe, ma com’ara
Ogni tomba si mostra:
La memoria de i morti arde e rischiara
48La grande opera nostra.

Savi, guerrier, poeti ed operai,
Tutti ci diam la mano:
Duro lavor ne gli anni, e lieve omai;
52Minammo il Vaticano.

Splende la face, e il sangue pio l’avviva;
Splende siccome un sole:
Sospiri il vento, e su l’antica riva
56Cadrà l’orrenda mole.