Pagina:Poesie (Carducci).djvu/516

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490 giambi ed epodi


Farem gala a quel teatro noi borbonica tregenda:
Da quel palco (Iddio ti salvi!) move, o re, la tua leggenda. —

Cosí strilla sghignazzando via pe ’l grigio aere la scorta.
68Ma cavalca il quinto Enrico dritto e fermo in vèr’ la porta.

Su la porta di Parigi co ’l bacile d’oro in mano
A l’omaggio de le chiavi sta parato un castellano.

Ei non guarda, non fa cenno di saluto, non procede:
72Un’antica è fatal noia su le grosse membra siede.

Erto il capo e ’l guardo teso, ma l’orgoglio non vi raggia:
Una tenue per il collo striscia rossa gli viaggia.

Non pare ordine o collare che il re doni al suo fedele:
76Non è quel di San Luigi, non è quel di San Michele.

Al passar d’Enrico, ei move a test’alta e regalmente;
Fende in mezzo il gran corteggio: ciascun vede e niun lo sente.