Pagina:Poesie (Carducci).djvu/816

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790 odi barbare

Su gli amorosi venti salía, tra soavi fragranze,
tra le nozze de i fiori, tra gl’imenei de’ rivi.

La chioma d’oro lenta irriga il collo, a l’òmero bianco
con un cinto vermiglio sta la faretra d’oro.52

Cadde l’arco su l’erbe; e Lèlapo immobil con erto
il fido arguto muso mira salire il sire.

Oh baci d’una dea fragranti tra la rugiada!
oh ambrosia de l’amore nel giovinetto mondo!56

Ami tu anche, o dea? Ma il nostro genere è stanco;
mesto il tuo viso, o bella, su le cittadi appare.

Languon fiochi i fanali; rincasa, e né meno ti guarda,
una pallida torma che si credé gioire.60

Sbatte l’operaio rabbioso le stridule impòste,
e maledice al giorno che rimena il servaggio.

Solo un amante forse che placida al sonno commise
la dolce donna, caldo de’ baci suoi le vene,64

alacre affronta e lieto l’aure tue gelide e il viso:
“Portami„, dice, “Aurora, su ’l tuo corsier di fiamma!