Pagina:Poesie (Carducci).djvu/875

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odi barbare 849


Una corona di luce olimpica
cinse i fastigi bianchi in quel vespero
del cinque di maggio. Vittoria
fu il sacrificio, o poesia.40

E tu ridevi, stella di Venere,
stella d’Italia, stella di Cesare:
non mai primavera piú sacra
d’animi italici illuminasti,44

da quando ascese tacita il Tevere
d’Enea la prora d’avvenir gravida
e cadde Pallante appo i clivi
che sorger videro l’alta Roma.48