Pagina:Poesie (Carducci).djvu/882

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856 odi barbare


da le animose tavole: una sfinge
l’attrae con vista mobile su l’onde:
ei cede, e lascia aperto a mezzo il libro
del romanziero.40

Oh non d’amore e d’avventura il canto
fia che l’accolga e suono di chitarre
là ne la Spagna de gli Aztechi! Quale
lunga su l’aure44

vien da la trista punta di Salvore
nenia tra ’l roco piangere de’ flutti?
Cantano i morti veneti o le vecchie
fate istriane?48

― Ahi! mal tu sali sopra il mare nostro,
figlio d’Absburgo, la fatal Novara.5
Teco l’Erinni sale oscura e al vento
apre la vela.52

Vedi la sfinge tramutar sembiante
a te d’avanti perfida arretrando!
È il viso bianco di Giovanna pazza
contro tua moglie.56

È il teschio mózzo contro te ghignante
d’Antonïetta. Con i putridi occhi
in te fermati è l’irta faccia gialla
di Montezuma.60