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IL CRESO.


Eccolo il Creso là come un sultano
Steso nella carrozza inargentata,
Che dondola la sua pancia beata
Gravida di tartufi e di fagiano!

Ma il bel cavallo, ahimè, leva la mano,
E se batte in quel sasso a la svoltata,
La suprema ora tua, Creso, è sonata;
Non c’è speranza di soccorso umano.

Ma dà il cavallo, giunto là, uno scatto,
L’ostacolo rasenta, accorcia il passo,
E tutto tira via sano ed intatto.

Ah quante volte nella tua carriera
Quel che ha fatto il tuo legno con quel sasso
Birbo, l’hai fatto tu con la galera!