Pagina:Poesie (De Amicis).djvu/265

Da Wikisource.

— 257 —

A UN AMICO.


Rammenti il dì che in mezzo a le mortelle
D’un giardino olezzante ai primi albori
Saltellando e sbuffando come tori
Ci tiravamo a fendere la pelle?

Intorno ci facean da sentinelle
Con bella cortesia quattro signori,
E ci spiava, tra i cespugli e i fiori,
Un gruppo d’atterrite villanelle.

E la campagna e l’alba era giuliva,
E il lume che ci ardea ne le pupille
Le simpatie dei nostri cor tradiva;

E intanto sotto ai colpi aspri e gagliardi
Dall’irte lame uscìan lampi e scintille....
Quanto eravamo stupidi e codardi!