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CANTO QUARTO 159

quasi uccidono in culla la figlia del valore di Bonaparte, senza che autorità s’opponga (28-87). — E che poteva fare autorità inerme? — chiede il Mascheroni. Deporsi, grida il Parini: e il Beccaria approva (88-111). Il Verri riprende a dire che al terrore suscitatogli in petto per tante ribalderie commesse da tanti malvagi, fuggí di Milano, non senza esser prima disceso alla sua casa per abbracciarvi, ombra invisibile, i suoi (112-174). Visitò campagne e città lombarde, e prima Pavia, poi Como e il paesello del Parini, ove il memore affetto del Marliani innalzava all’amico un funebre ricordo (175-258). Quindi giunse a Bergamo, afflitta per la morte di Lesbia Cidonia, e, visitati i paesi della Lombardia orientale, ove per tutto era pianto, discese a Ferrara, culla perenne di poesia (259-321). Qui, presso un sepolcro, vide un’ombra, cinta il capo di lauro, mesta e sdegnosa, e la chiese del nome e della cagione de’ suoi sospiri (323-337).

Sacro di patria amor che forza acquista
     Ed eterno rivive oltre l’avello1
     (Cominciò l’alto insubre economista),
Desìo che pure ne’ sepolti è bello
     5Di visitar talvolta ombra romita
     Le care mura del paterno ostello,
E con gli affetti2 della prima vita
     Le vicende veder di quel pianeta
     Che l’alme al fango per patir marita3,
10Mi fean poc’anzi abbandonar la lieta
     Regïon delle stelle: e il patrio nido4
     Fu dolce e prima del mio vol la meta.
Per tutto armi e guerrier, tripudio e grido
     Di libertà; per tutto e danze e canti,
     15Ed altari alle Grazie ed a Cupido,
E operose officine5, e di volanti
     Splendidi cocchi fervida la via,
     E care donne e giovinetti amanti6,
Sclamar mi fenno a prima giunta: Oh mia
     20Gentil Milano, tu sei bella ancora!
     Ancor bella e beata è Lombardia!
Poi nell’ascoso penetrai (ché fuora
     Sta le piú volte il riso e dentro il pianto),

  1. 1. Sacro di patria amor ecc.: «Si può dire che quasi tutte le... dipinture di città, di parti politiche, di nequizie e di miserie pubbliche, e specialmente di personaggi che assunti in cielo non parlano di altro che dell’Italia, sono realtà viva, immediatamente colta e convertita in arte. Quei loro discorsi, poi, rivelano un amor patrio quasi dantesco; come sono eziandio di stampa dantesca quelle, direi, rassegne di città italiane e quei particolari geografici che comunicano la massima evidenza alle cose descritte». Zumb.. p. 181.
  2. 7. con gli affetti ecc.: co’ sentimenti della vita mortale.
  3. 8. di quel pianeta ecc.: della terra.
  4. 11. il patrio nido: Milano.
  5. 16. operose: piene d’operai e di lavoro. - di volanti ecc.: Virgilio Georg. III. 107: volat vi fervidus axis.
  6. 18. Questo verso corrisponde, in qualche modo al quindicesimo; ché le Grazie son quelle che rendono specialmente care le donne, e Amore quello che infiamma