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SERMONE SULLA MITOLOGIA 215

     Oggi le menti a impoverir del bello
     Dall’idea partorito e in te si vivo
     La delfica favella1? E qual bizzarro
     145Consiglio di Maron chiude e d’Omero
     A te la scuola, e ti consente poi2
     Libera entrar d’Apelle e di Lisippo
     Nell’officina? Non è forse ingiusto
     Proponimento, all’arte che sovrana
     150Con eletto parlar sculpe e colora
     Negar lo dritto delle sue sorelle?
     Dunque di Psiche3 la beltade, o quella
     Che mise Troia in pianto ed in faville,
     In muta tela o in freddo marmo espressa,
     155Sarà degli occhi incanto e meraviglia;
     E, se loquela e affetti e moto e vita
     Avrà ne’ carmi, volgerassi in mostro?
     Ah, riedi al primo officio, o bella diva;
     Riedi, e sicura in tua ragion4 col dolce
     160Delle tue vaghe fantasie l’amaro
     Tempra dell’aspra verità. No ’l vedi?
     Essa medesma, tua nemica in vista
     Ma in segreto congiunta, a sé t’invita:
     Che, non osando timida ai profani
     165Tutta nuda mostrarsi, il trasparente
     Mistico vel di tue figure implora:
     Onde, mezzo nascosa e mezzo aperta,
     Come rosa che al raggio mattutino
     Vereconda si schiude, in piú desio
     170Pungere i cuori ed allettar le menti5.


143. e per te vivo

149-50. Anzi cillan proponimento, all’arte Che con forte parlar sculpe e colora

152-54. Dunque di Psiche la beltà divina In muta tela o in freddo marmo espressa Sarà dell’alme incanto e maraviglia;

159-65. Riedi sicura. A sè t’invita e prega Un’altra diva tua nemica in vista, Ma in suo segreto a te congiunta e cara. La Verità, che timida non osa Tutta nuda mostrarsi e il trasparente

167-70. Onde, mezzo nascosa, in piú desío Pungere i cuori e innamorar le menti.

  1. 144. La delfica favella: cfr. la nota al v. 141, p. 205.
  2. 146. ti consente ecc.: ti consente di studiare ed imitare la pittura (Apelle) o la scultura (Lisippo) antica, e non la poesia?
  3. 152. Psiche: la «Vergine avventurata in mortal volo Di bellezze immortali adorna» (Savioli Amore e Psiche, 12), che fu amata da Amore. — e quella ecc.: Elena argiva, «quella Ch’Europa ed Asia messe in tanti guai». Ariosto X, 3. Cfr. anche Dante Inf. v, 64.
  4. 159. in tua ragion: ne’ tuoi diritti.
  5. 167. Onde ecc.: Versi e similitudine derivati bellamente dall’Ariosto e dal Tasso. Il primo (X, 11): «Come rosa che spunti allora allora Fuor della buccia, e col sol nuovo cresca». Il secondo (XVI, 14): «la rosa... Che mezzo aperta ancora, e mezzo ascosa, Quanto si