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LA BELLEZZA DELL’UNIVERSO 11

Uscir fe’ tutte le mondane cose,
     E al guerreggiar degli elementi infesti
     30Silenzio e calma inaspettata impose,
Tu con essa alla grande opra scendesti,
     E con possente man del furibondo
     Càos le tenebre indietro respingesti,
Che con muggito orribile e profondo
     35Là del creato su le rive estreme
     S’odon le mura flagellar del mondo;
Simili a un mar che per burrasca freme1,
     E sdegnando il confine, le bollenti2
     Onde solleva, e il lido assorbe e preme3.
40Poi ministra di luce e di portenti,
     Del ciel volando pei deserti campi,
     Seminasti di stelle i firmamenti.
Tu coronasti di sereni lampi
     Al sol la fronte; e per te avvien che il crine
     45Delle comete rubiconde avvampi;
Che agli occhi di quaggiú, spogliate alfine
     Del reo presagio di feral fortuna,
     Invian fiamme innocenti e porporine.
Di tante faci alla silente e bruna
     50Notte trapunse la tua mano il lembo,
     E un don le festi della bianca luna;
E di rose all’Aurora empiesti il grembo4,
     Che poi sovra i sopiti egri mortali
     Piovon di perle rugiadose5 un nembo.
55Quindi alla terra indirizzasti l’ali;
     Ed ebber dal poter de’ tuoi splendori
     Vita le cose inanimate e frali.

23. Sbucar fe’ tutte (’81, ’83 e ’87).
41. Trascorrendo del ciel gli aperti campi (’81).

    co.

  1. 37. mar che... freme: Ariosto X, 40: «Né cosí freme il mar, quando l’oscuro Turbo discende, e in mezzo se gli accampa».
  2. 88. Bollenti, perché nel moto è calore.
  3. 39. Assorbe in sé, e quindi tien sotto (preme).
  4. 45. «In antico le comete si ebbero come segni o di guerra o di pestilenze. E malgrado ogni argomento scientifico in contrario, dal volgo superstizioso si persiste a credere cosí. Il Tasso nel IV [st. 7] della Gerus. dice che di Plutone «Come infausta cometa, il guardo splende», mostrando pure come fosse inseparabile dalla cometa un’impressione di tristezza e un certo presentimento di disgrazie. L’aggiunto porporine qui non sta a significare la luce rossastra, essendo già quest’idea nell’attributo rubiconde, ma vale semplicemente splendenti. Poetae purpureum dixerunt quidquid nitet ac splendidum est. La voce cometa poi viene dal greco kóme, chioma, e il M. s’è qui in certo modo compiaciuto di riportare la parola alla sua etimologia». Pierg.
  5. 52. E di rose ecc.: Tasso (III, 1), dell’Aurora: «Ella intanto s’adorna, e l’aurea testa Di rose còlte in paradiso infiora». E l’Ariosto (XIII, 43): «uscì con la ghirlanda Di rose adorna e di purpurea stola La bianca Aurora al solito cammino». — 54. perle rugiadose: le stille di rugiada, illuminate dalla luce sorgente. Tasso VI, 103: «E già spargea rai luminosi e gelo Di vive perle la