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Pagina:Poesie (Monti).djvu/91

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CANTO TERZO 75

85L’ali apersi a un sospiro; e l’infinito
     Amor nel libro, dove tutto è scritto
     Il mio peccato cancellò col dito.
Ma giustizia mi niega al ciel tragitto1,
     E vagante ombra qui mi danna, intanto
     90Che di Francia non vegga ulto il delitto.
Questi me ’l disse, che mi viene accanto
     (Ed accennò ’l suo duca) e che m’ha tolto
     Alla fiumana dell’eterno pianto2.
Tutte drizzaro allor quell’alme il volto
     95Al celeste campion, che in un sorriso
     Dolcissimo le labbra avea disciolto.
Or tu, per l’alto sir del paradiso,
     Che al suo grembo t’aspetta e il ciel disserra
     (Proseguí l’ombra piú infiammata in viso),
100Per le pene tue tante in su la terra,
     Alla mia stolta fellonia perdona,
     Né raccontar lassú che ti fei guerra.
Tacque; e tacendo ancor dicea: Perdona;
     E l’affollate intorno ombre pietose
     105Concordemente replicâr: Perdona3.
Allor l’alma regal con disïose
     Braccia si strinse l’avversaria al seno,
     E dolce in caro favellar rispose:
Questo amplesso ti parli, e noto appieno
     110Del re, del padre il core e dell’amico
     Ti faccia, e sgombri il tuo timor terreno.
Amai, potendo odiarlo, anco il nemico;
     Or m’è tolto il poterlo, e l’alma spiega
     Piú larghi i voli dell’amore antico.
115Quindi là dove meglio a Dio si prega
     Il pregherò, che presto ti discioglia
     Del divieto fatal che qui ti lega.
Se i tuoi destini intanto o la tua voglia
     Alla sponda giammai ti torneranno,
     120Ove lasciasti la trafitta spoglia;
Per me trova le due che là si stanno
     Mie regali congiunte4, e che gli orrendi

    volto al mar di tutto il senno, Dissi...»

  1. Ma giustizia ecc.: Cfr. i vv. 22 e segg. del c. I e le note corrisp.
  2. Alla fiumana ecc.: all’inferno.
  3. Perdona: Questa ripetizione della stessa rima è fatta per dar maggior risalto all’idea. Cosí Dante (Purg. xx. 65-7-9) ripete la parola ammenda in rima per accentuare, con grave ironia, ad opere malvage della Casa di Francia.
  4. Mie regali congiunte: Le due zie di Luigi XVI, che s’erano rifugiate in Roma fino da’ primi del 1791.