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AL SIGNOR DE LA LANDE

CELEBRATISSIMO ASTRONOMO

DOVENDO LESBIA

RITORNAR DALLA SENNA ALLA PATRIA


SONETTO


Tu che spiegando ardito voi giungesti,
     Ove mai non poggiò mortale ingegno,
     Mentre le vie degli astri a noi schiudesti
     Squarciando il velo a l’ampio etereo regno;

Tu che la Gallia, tu che tutta empiesti
     De tuoi pregi l’Europa ah! certo a sdegno
     Avrai, che il nome tuo risuoni in questi
     Umili carmi, che ad offrirti or veglio.

Ma no. Di Urania, e di Minerva al paro
     Teco stanno le Grazie, e in te non meno
     Ch’alto saper, cortese anima vive:

Nè sdegnerai, poichè il destino avaro
     Da te lunge mi vuol, ch’io insegni almeno
     Quanto ognor t’amo a le mie patrie rive.