Pagina:Poesie della contessa Paolina Secco-Suardo Grismondi tra le pastorelle arcadi Lesbia Cidonia, 1820.djvu/151

Da Wikisource.

139

     Rara virtude, e quale a far de l’alma
     Tutti più grati ancora i maggior pregi
     S’unìr le Grazie a Lei, s’unìo beltade,
     45Beltà celeste Nume, che dovunque
     Piega i giocondi rai, l’aere, la terra,
     Il mondo tutto di piacere innonda!
     Forse così come in mirar la vaga
     Novella Sposa or la tua Patria esulta,
     50Gli spumanti esultar cerulei regni
     Del mare allor, che sovra argentea conca
     Aggirarsi fu vista in grembo all’acque
     L’alma Ciprigna Dea, cui piano il calle
     Rendean placide i venti innamorati.
     55Tacer lasciando intanto il rauco suono
     De le ritorte trombe, a quella intorno
     D’amor caldi i Triton mettean sospiri.
     E voi, Figlie di Teti, a l’improvviso
     Lume di tal beltà maravigliando
     60Il capo ergeste fuor de l’onde, e poi
     Ratte a celarvi il paragon vi astrinse.
     Fortunato Garzon, cui degli egregi
     Costumi suoi, delle virtudi in premio
     Che risplendono in Lui con aureo nodo
     65Stringono i Numi a sì gentil Donzella!
     Ben è ragion, che Tu di eletti ingegni
     Fin da le prische età madre, e nudrice