Pagina:Poesie della contessa Paolina Secco-Suardo Grismondi tra le pastorelle arcadi Lesbia Cidonia, 1820.djvu/177

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Ed or lungo un bel margo, or fra l’orrore
     Degli arbori più cupi in dolce canto
     39D’Amarille accusar l’aspro rigore:

E a que’ lamenti suoi misti col pianto
     Oh come in voi la non fallace spene
     42Di ciò ch’Ei fora un dì, cresceva intanto!

Tal d’ampj faggi assiso all’ombre amene,
     Silvestri note meditar godea,
     45E modularle al suon di tenui avene,

Il chiaro Vate, che svegliar dovea
     Poscia l’epica tromba, e i varj errori
     48Del Trojano cantar profugo Enea;

E fra umili capanne, e fra pastori
     Nasceva il carme, che rapì all’Argive
     51E alle Lazie contrade i primi allori.

Oh selve, oh fiume, oh glorïose rive!
     Se lungo duolo ancor vi attrista e fiede,
     54Ben è ragion. Decilio ahi! più non vive.

Quand’Egli mosse alla stellata sede
     Noi qui lasciando sconsolati, oh quante
     57Fer di un lutto comun lagrime fede!