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PER
LA PSICHE DI CANOVA
SONETTO
Non più Tespia superba a noi rammenti
Da Prasitele sculto il Dio di Gnido
Sebben tante diverse estranie genti1
4Già trasse a lei d’opra sì eletta il grido.
Canova, il tuo lavor che tutti attenti
I guardi or chiama in sull’Adriaco lido,
De’ più chiari scultor gli alti portenti
8Vince, a cui fu la Grecia inclito nido.
Pende sull’ale immote Amor sospeso
Davanti alla tua Psiche, e rinnovella
11In se gli ardor di cui fu un tempo acceso,
Sapesti sì rappresentar di quella
Vaga Diva immortale, ond’ei fu preso,
14Vera l’immago, e forse ancor più bella.
- ↑ Quantunque per uno Amore soltanto di Prasitele andassero già i dilettanti a Tespia ecc.
Algarotti Saggio sopra la Pittura.