Pagina:Poesie della contessa Paolina Secco-Suardo Grismondi tra le pastorelle arcadi Lesbia Cidonia, 1820.djvu/89

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15L’una con passo inegual muove e spira
     Dall’arso petto un fiato velenoso;
     L’altra nell’ore tacite s’aggira
     Nemica al sonno, e turba ogni riposo:
     Nell’aere con orror la Notte mira
     Arder lor faci, e torce il carro ombroso,
     E della Senna dentro alle profonde
     Grotte ogni Ninfa per timor si asconde.

16Giace non lungi alle regali mura,
     Di cui bacia la Senna altera il piede,
     Un loco, che d’ogn’altro il nome oscura,
     Poichè il Plinio francese in lui risiede.
     Ivi i tesori suoi scopre Natura,
     Ivi le Grazie, ivi le Muse han sede,
     E fermar di Buffon pur ivi a’ danni
     Quelle ministre dell’invidia i vanni.

17Veggendole apparir lontana in bando
     Da lui d’Ebe la figlia il piede volse;
     E i papaveri suoi Morfeo mirando
     Languir svenuti innorridì, e si dolse.
     Il volo intanto di quell’empie urtando,
     E sfere e tubi rovesciò e sconvolse,
     Che furon scorta al grand’Eroe sovente,
     Quando agli alti suoi studj ergea la mente.