Pagina:Poesie di Giovanni Berchet.djvu/15

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dell’indipendenza nazionale, che ne spiarono la possibilità, che ravvisando a fronte a fronte il pericolo di che li minacciava il ribellarsi, statuirono di corrergli incontro avvenga quel che sa avvenire, e misero le proprie vite sul taglio, per così dire, della spada affine di conseguire quello che il cuore diceva loro è giusto, e volsero gli occhi a quella giustizia, e su tutt’altro li chiusero; i nomi di quei benemeriti ardimentosi o sono andati perduti, o io non ho saputo rinvenirli. Meglio forse così! dacchè l’elenco di quei bei nomi spiegati dinanzi a famiglie che in parte forse ancora li portano senza che se n’avveggano, non avrebbe fatto altro che prestare una dolorosa illustrazione di più a quella verità detta da Dante, ma pensata da mille:

Rade volte risurge per li rami
L’umana probitate.

Io non so d’altri che d’un frate Jacopo da Milano, detto dalle memorie de’ tempi gran promotore della Lega Lombarda. La stampa di quei fatti sciaguratamente conviene credere che su tutta la terra sia rotta da molti secoli.

In quanto a quella porzione de’ versi che si riferisce al vivere moderno, questa noiosa idea che le note sarebbero opportune, non può, grazie a Dio, saltare in cervello ad alcuno; sicchè torna superfluo il parlarne. Deggio per altro servire qui al rispetto che porto a me medesimo, e fare una dichiarazione diversa alcun poco da un’altra fatta non ha guari, ma più limpida ancora e severa, diretta, già s’intende, non a voi, miei dilettissimi, a’ quali non è la malignità che possa governare mai il pensiero, ma bensì a chiunque, non conosciuto da me, non mi conoscesse. Qui in Inghilterra, popolo largo, e quindi meno vago di cicaleggi da pettegole, una tale dichiarazione sarebbe, non che inutile, stravagante a segno da non indovinarsene il significato.