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Globi adergea, vorando le lucenti
Armi ed il corpo e la congesta mole.
Di congiunti e d’amici indi lo stuolo,
La cenere nell’urna seppellita,
Nono e trentesimo dì trascorsi a volo,
La fronte di corone redimita,
In bianche vesti, a mensa, il lungo duolo
Troncava, e lieta rifioria la vita.
X.
Pe’ nostri ionii lidi allor giulivo
Correva il soffio d’un’età più lieta.
Fervean banchetti e danze, ed il poeta
Carmi, cinto di fior, sciogliea festivo.
Tra rose prigioniero Amor lascivo
Tra i giovani scherzava: all’ardua meta
Correa tra plausi il generoso atleta
Ovver trattava l’armi di Gradivo1.
Suonavan alto genïali canti
Misti all’odor delle Pestane rose,
E lieto ognuno in quel gioir gioiva,
Poi venner salmi, battiture e pianti
Di pentimento voci lamentose,
E dolorando Venere fuggiva.
- ↑ Milone con centomila Crotoniati sconfisse trecento mila Sibariti nell’anno 210 A.C.