588Ah! ben desso è quel Dio che in una stalla
Nascer degnava, e palesar che in pregio
Gli era il mortal, non per potenza ed oro,
Ma per l’umana sua nobil natura! 592Oh mirabile vista quel languente
Che dal guancial la testa sollalzava,
Bella per bianche chiome, e pel sorriso
Della pace di Dio! mirabil vista 596L’atto in cui della debil creatura
Cibo si fa il Signor! Chi non di dolce
Stilla bagnate aver potea le ciglia,
Ripetendo le preci? — E la pietosa, 600Ond’or parlai, che della vedov’ egra
L’oppresso spirto avea racconsolato,
Non è del vate invenzïon. Mi stava
Quell’angelica donna appunto a fianco 604Or nella stalla del canuto. E quando
Il Sacerdote retrocesse, allora
Sorse l’egregia, e avvicinossi al letto,
E favellò non so quai detti al vecchio, 608E nelle antiche palpebre io vedeva
Gratitudin rifulgere e contento.