Oh con qual lutto miserando allora
La spaventata si rivolge a Dio!
Oh come al dubbio che il figliuol le mora 56Trema se in lei fu reo qualche desìo,
E perdono dimanda, e s’infervora,
Promettendo al Signor viver più pio!
I soli Angioli ponno anzi all’Eterno 60Sì ardente prego alzar, qual è il materno.
Giorno di liete voci, ora felice,
Quando sceman del pargolo i vagiti!
Quand’ei cerca la dolce genitrice 64Con isguardi dal riso ingentiliti!
Quand’ei di novo il caro latte elice,
E scherzoso riprende i suoi garriti!
Tai porge allor la madre inni d’amore, 68Quai mandar può de’ Serafini il core!
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Ov’alti rischi fervono,
Vieppiù la madre ardita
Pel frutto di sue viscere 72Pronta è a donar la vita.