Pupille aver credea sì generose
Il mio intelletto, che dovesser tutte
12Schiudersi a lui le verità nascose;
E di ragion nelle più forti lutte
lo mi scagliava indomito; sognante
15Che sempre indagin lumi eccelsi frutte.
Quella vita arditissima ed amante
Di scïenza e di gloria e di giustizia
18Alzarmi imprometteva a gioie sante.
Nè sol fremeva dell’altrui nequizia,
Ma quando reo me stesso io discopriva,
21L’ore mi s’avvolgean d’onta e mestizia.
Poi dal perturbamento io risaliva
A proposti elevati ed a preghiere,
24Me concitando a carità più viva.
Perocchè m’avvedea ch’uom possedere
Stima non può di se medesmo e pace,
27S’ei non calca del Bel le vie sincere.
Ma allor che fulger più parea la face
Di mia virtù, vi si mescea repente
30D’innato orgoglio il luccicar fallace.