Pagina:Poesie inedite di Silvio Pellico I.djvu/137

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E quasi per prodigio ecco tant’oro,
     E tanti chiari spirti, e tante braccia
     Moltiplicarsi e gareggiar fra loro
     84Sì che novo Sïonne ivi si faccia.
     Non manca all’alta impresa alcun decoro;
     L’aspra montagna trasmutato ha faccia;
     Magnifico cammin fra ombrose piante
     88Guida a esimii delùbri il vïandante.

Ascendendo quell’erta, evvi un mistero
     Tal nel loco e nell’aer, che pria che giunga
     A’ consecrati muri il passeggero,
     92Forz’ è che preghi, ed ami, e si compunga.
     Vista non v’ha che nol ritragga al vero,
     Che dal mondo fallace nol disgiunga,
     Tanto, dovunque ei volga la pupilla,
     96Del Crëator la mäestà gli brilla.

Quanto più progredisci alla salita,
     Tanto più ti stupiscon da ogni parte
     Quel bosco là della vallea romita:
     100Là le fumanti capannette sparte;
     Là un torrente fra scogli che s’irrìta,
     E mormorando e spumeggiando parte;
     E colà un altro che sue rapid’onde
     104Rotola verso il piano, e in lui s’infonde.