Degg’io, poss’io da tutte cose amate
Divellere una volta il mio pensiero?
Io, le cui sorti furono esaltate 36Da tanto lutto e tanto gaudio vero!
Io, le cui rimembranze innamorate
Han su mia fantasia cotanto impero!
Io, cui balzar fa sin talora il petto 40Vista di leve, inanimato oggetto!
Reduce a’ lidi miei, dopo che giacqui
Sepolto vivo per sì cupe notti,
Agli affetti più teneri compiacqui 44Che la sventura non avea interrotti;
Nè agli estinti carissimi pur tacqui
Culto di preci e di sospir dirotti;
Indi a rivisitar presi le antiche 48Pagine ch’ebbi a dolce veglia amiche.
E sovente su libri polverosi
La man vo riponendo tremebonda,
Ed apro, e parmi a’ giorni studïosi 52Tornar di giovinezza, e il pianto gronda!
E trovo i segni che ne’ libri io posi,
Ove con mente mi fermai profonda,
Ove ad alti pensier d’amato autore 56Commento fei di verità o d’errore.