Pagina:Poesie inedite di Silvio Pellico I.djvu/198

Da Wikisource.

( 196 )

     Neppure a’ dì lontani
Quando me travolvean disegni insani,
Quando far forza ai casi ambito avrei,
Sì che a’ brandi stranieri onta tornasse,
Con chi gli altari odiasse
18Affratellato io mai non mi sarei.

     Veggio con ira e sprezzo
Color che tutto giorno osan, dal lezzo
Del vizio che li ammorba, alzar la destra,
E, brandendo il pugnal del masnadiero,
Chiamar cittadin vero
24Chi a lor perfida scuola s’ammaestra.

     Del santo patrio affetto
Gl’ipocriti son dessi! In uman petto,
Ove sì di pietà luce s’abbui,
Non arde fiamma di virtù sublime:
Son desse l’alme prime
30Che, s’uom pagarle vuol, vendono altrui.

     Amara esperïenza
Mostrommi ch’ove somma è vïolenza
Di feroce linguaggio, ivi s’asconde
Mal fermo spirto, prono a codardìa:
Sol l’alme vereconde
36Spiegan ne’ buoni intenti alta energìa.