Pagina:Poesie inedite di Silvio Pellico I.djvu/21

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Ed il povero verme lacerato
     Sanar colle sue mani, e a tutti i mondi
     12Ridir sua gioia, se da tale è amato.

Io lo vidi per baratri profondi
     Movermi incontro, e gridar dolcemente:
     15»Perchè cotanto al mio desìo t’ascondi?»

E più e più appressavasi, e ridente
     Più e più del suo viso era il fulgore,
     18E n’arsi ed arderonne eternamente.

Amo, e sovra il cor mio palpitò il core
     Del mio Diletto, ed era — ah sì! il proclamo
     21All’universo in faccia — era il Signore!

Io lo vidi, il conobbi, ei m’ama, io l’amo!