Ma pur fuori del carcere infinite
Donne e fanciulle in duol veggionsi immerse,
Che per amor falliro e fur tradite, 108Ed ahi! di fama più non vivon terse.
Rïalzarsi vorrìan, ma da inaudite
Sorti vittima son d’alme perverse:
Sottrarsi anelan da periglio ed onta; 112Ov’è una destra a sostenerle pronta?
Tal destra ecco a lor tendersi! ed è quella
D’una mortal, che, siccom’angiol monda,
Pur contro al suo decoro non appella 116L’inchinarsi a infelice vagabonda,
L’udirla con dolcezza di sorella,
L’aprirle un tetto ove il suo pianto asconda.
D’afflitte ed oltraggiate a molta schiera 120Quel pio rifugio è di virtù carriera.
Non somiglia a prigion, non è prigione;
Ad entrarvi le ree non son costrette:
Nè quelle, che invocata han tal magione, 124Ivi da forza fremon quindi strette.
Asilo è d’alme per rimorso buone,
Che lavorano e gemono solette,
E pregano il Signor pel mondo tristo, 128Che il lor fallir con empio scherno ha visto.