Pagina:Poesie inedite di Silvio Pellico I.djvu/303

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L’ammirata da me soccorritrice,
     Mentre al Signor ravvicinare anela
     Adulta moltitudine infelice,
     180Pur di bimbi plebei prende tutela;
     Perocchè padre indarno e genitrice,
     Che faticando tutto il dì trafela,
     Vorrìa de’ meschinelli assumer cura,
     184E, negletta l’infanzia, ahi! si snatura.

Memore che sì cari il Dio umanato
     Dichiarò i pargoletti ond’era cinto,
     La pia nel proprio ostello ha radunato
     188Stuol di fanciulli in duplice ricinto,
     Ove, mentre sostegno al corpo è dato,
     Viene a virtù il crescente animo spinto,
     Vigilando colà vergini umìli
     192Ad addolcire i palpiti infantili.

Intanto, pur allor che senza asprezza
     Un cor religïon fervido porta,
     Consüetudin mai di vil mollezza,
     196Nè per sè, nè per altri unqua sopporta.
     Poco gl’incanti della vita apprezza
     Chi di celeste amor l’alma conforta:
     Giorni in secreto mena penitenti,
     200E se bello è il rischiar, corre ai cimenti.