Pagina:Poesie inedite di Silvio Pellico I.djvu/58

Da Wikisource.

( 56 )

     Secreto avean per me fascino sempre!
     E sovente io gettava i baldanzosi
     272Libri, e fuggìa le argute, empie congreghe,
     Per raddurmi solingo e sconfortato
     Sotto i tuoi grandïosi archi vetusti,
     Lugdunense Basilica, ove i primi
     276Apostoli di Gallia hanno sepolcro!
          Oh bella chiesa! Quante volte prono
     Colà pregando e meditando io piansi
     Le natìe abbandonate Itale sponde,
     280E il focolar lontano, ove la madre
     Ed il padre e i fratelli erano assisi,
     E piansi in un mie tenebre, miei dubbi,
     Mie passïoni, ed il perduto Iddio!
          284Perduto, no, per me non era! e il lume
     Di lui mi sfolgorava alcune volte
     Sì che sparìan le tenebre, e di novo
     Io mandava dal core inni di gioia.
          288Ma tempi erano quei di non verace
     Filosofia, sulle rovine sorta
     Di molti altari, e sovra molto sangue;
     E la Gallica terra, infra sue pesti,
     292Di sacerdoti rinnegati avanzo
     Chiudea velenosissimo; e i più feri,
     Più studïosi e scaltri eran nemici