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Pagina:Poesie inedite di Silvio Pellico II.djvu/13

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La Cantica di Rafaella doveva essere il principio d’un’azione più vasta che non è quella presentemente qui disegnata. Fu il primo saggio ch’io abbia eseguito di tal genere di componimenti, or sono molti anni; ma siffatto lavoro essendo andato perduto con altri scritti della mia gioventù, ho pigliato più tardi a ricomporlo con affezione, ma non più come episodio di poema esteso. Quel poema, nella guisa ideata dapprima, aveva per oggetto di far sentire quanta debba e possa essere sugli uomini l’efficacia delle virtù della donna. Io congegnava a tal uopo una serie di fatti, collocandoli in Italia a’ tempi dell’Imperadore Ottone II, e divisando con simili diversi quadri di mostrare altresì qual fosse l’Italia d’allora sì in bene sì in male, e quanti bei temi a poesia possa offerire la vita del medio evo. Foscolo bramava che ci dividessimo l’assunto di dipingere que secoli, egli con una serie di tragedie della qualità della sua Ricciarda,