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Pagina:Poesie inedite di Silvio Pellico II.djvu/174

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Pe’ saluzzesi piani e per le balze,
E l’intese Eleardo entro a’ suoi boschi.
Disconfortati allora esso e i compagni,
1075Depongon le arditissime speranze
Accarezzate nella prima ebbrezza,
O se tutti non vonno appien deporle,
In avvenir remoto, indefinito
Le vagheggiano omai. Son ripetuti
1080D’amicizia fra loro e di costante
Cor ghibellino i dolci giuramenti,
E con dolor s’abbracciano bagnando
Di lagrime fraterne i forti petti,
E chi per questa sponda e chi per quella,
1085A diverso destin ciascun si trae.


V.


     Oh fra i più strazïanti umani affanni
Quello di non perversa alma che rea
Ad un tratto si tiene, ove sciagure
Piovon non tanto sulla sua cervice,
1090Quanto sulle cervici de’ suoi cari
E dell’intera patria sua, ch’ei vede
Agonizzar, nè può recarle aïta!
E più quando quell’alma in suoi terrori
Disamata s’estima, e disamata