Pagina:Poesie inedite di Silvio Pellico II.djvu/196

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Arrigo od Eleardo, od ambidue
Cozzanti insiem. Prostravasi la pia
1595Lagrimando e pregando il Re del Cielo
E la Donna degli Angioli; e sovente
Restava lunghi giorni il dilicato
Corpo affliggendo con digiuni, e intere
Vigilava le notti in calde preci,
1600I proprii patimenti a Dio offerendo
Per la salvezza de’ suoi cari. E seco
Viveano in lutto e assidua penitenza
Le fide ancelle e antichi servi. L’alme
Angosciate si schiudono a paure
1605Di superstizïone. Or dalla torre
Nelle nubi scorgean croci di sangue,
E sembianze di scheletri, e l’immensa
Falce e dell’Angiol della morte il pugno;
Or di sciagure sovrastanti indizio
1610Lo strido era dell’ùpupa ed il mesto
Urlo notturno dell’errante cagna;
Or dagli armati servi a mezzanotte
L’estinta madre di Maria s’udiva
Singhiozzar nel sepolcro, o lentamente
1615Scoperchiarlo ed uscirne, e per le brune
Scale salire, ed appellar con fioca
Voce il marito o la diletta figlia.