155Del genitore avea frammisti i suoi,
Incominciò a interrompersi, e risposte
Dar che, non conscio l’intelletto, un moto
Parean sol delle labbra. A poco spazio
Vedea della distante oste per l’aure 160Quasi di nave altissimi duo pini
Elevarsi e ondeggiar, poscia fermarsi
Come al suolo confitti. E secondata
Venìa quell’opra da un clamor che il primo
Clamor non era, ma or fischiante or rotto 165Da infami ghigni o da cupo silenzio.
A’ sensi suoi creder dovea? Le cime
Parean gravate de’ duo legni, e il pondo
Che le gravava non scerneasi. Udito
Spesso Clara ha di barbari supplizi, 170Ove ad appesa vittima lo strale
Drizzano i bersaglieri, ed ottien palma
Quei che divide dalle ciglia il teschio.
Di tai supplizi un questo fora? Oh dubbio
Peggior di morte! E chi alla sbigottita 175Dice s’uno colà de’ morïenti
L’amato suo fratello ora non sia?
Chi le dice se il passo al genitore
Vietare a forza ella non debba? Ahi lassa!
E se il padre trattien, non di Ioffrido,