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192 | poesie varie |
Era la notte dopo i Saturnali;
ed ogni schiavo dalla tarda sera
37dormiva, udendo ventilar grandi ali,
e gracidare. Erano cigni a schiera
sul patrio fiume... No: su l’Esquilino
40erano corvi in una nube nera...
Ei tesseva e stesseva il suo destino:
vedea sua madre: poi sentia la voce
43del banditore: apriva al suo bambino
le braccia, e le sentia fitte alla croce.
ii
Roma dormiva. Uno vegliava, un Geta
gladïatore. Egli era nuovo, appena
47giunto: il suo piede, bianco era di creta.
L’avean, col raffio, tratto dall’arena
del circo; e nello spolïario immondo
50alcun nel collo gli aprì poi la vena.
Rantolava; il silenzio era profondo:
il cader lento d’una goccia rossa
53solo restava del fragor del mondo.