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A ROMA, NELLA SVENTURA1

Anno 416 d. C.
(inno d’un celta)



Del tuo mondo bellissima
regina, o Roma, ascolta;
o Roma, nell’empireo
ciel tra le stelle accolta
madre non pur degli uomini
ma de’ celesti. Noi
7siam presso al cielo per i templi tuoi.

Or te, te quindi cantisi
sempre, finchè si viva;
dimenticarti e vivere
chi mai potrebbe, o diva?
Prima del sol negli uomini
vanisca ogni memoria,
14che il ricordo, nel cuor, della tua gloria.

Già, come il sol risplendere
per tutto, ognor, tu sai.
Dovunque il vasto Oceano
ondeggia, ivi tu vai.