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Pagina:Poeti minori del Settecento I.djvu/150

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140 carlo castone rezzonico della torre

350le flessibili dita esploratrici,
che delle varie qualitá fan certa
l’alma, e sulle trattabili figure,
geometrizzando lentamente, i semi
svolgon dell’alto meditar; ma serpe
355fra cosí belle nozion l’errore,
e ne’ palpati corpi il caldo, il gelo,
e il fluido trasporta e l’aspro e il molle,
che modi son dell’irritabil fibra,
e fuori di se stessa esce anco l’alma
360ad amar negli obbietti il piacer suo.
Mentre di questo avidamente in traccia
qua e lá move la ninfa, il dolor viene
l’incauta ad erudir. Ruvido tronco,
che in larghi giri le ferrigne barbe
365divincola sul suolo al piè s’oppone;
v’urta ella, e cade. Di sanguigne stille
la mano, il fianco e le nevose gambe
rosseggiano alcun poco, e le diresti
indico avorio cui sottil pennello
370con grandin rara di purpurei punti
il bel candore a violar cominci.
Cosí la téma, ignoto affetto in pria,
in sen le nasce, e del piacer combatte
le soavi lusinghe; e, se pur cede,
375di provvido consiglio a sé non manca,
e il pronto ingegno la soccorre o il caso,
e d’incurvo bastone arma la destra,
onde tentar la trepidata via,
che industria è figlia del timor. La bella
380tu stesso or guidi del castalio fonte
alla piú lieta sponda, ove dall’arte
fu vinta la salvatica natura,
e in facile meandro i culti bossi
guidò l’ortense architettor. La molle
385anima d’occidente erra sui fiori,