Pagina:Poeti minori del Settecento I.djvu/170

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160 carlo castone rezzonico della torre


     85Ami domán chi libero
fu da’ bei lacci ognora,
e chi d’Amor fu ligio
ami domane ancora.

     Amore al fier sabellico
90e al rapitor romano
le spade consanguinee
fece cader di mano;

     onde i gran padri sorsero
e i cesari nipoti,
95che superar di Romolo
in pace e ’n guerra i voti.

     Se i giorni ognun trascorrere
volesse in dolci amori,
e del giocoso Bromio
100largo versar gli umori;

     l’abitator di Scizia,
che il gran tragitto feo,
non fenderebbe indomito
su l’unto pin l’Egeo;

105non tinte avrebbe il Sarmata
di civil sangue l’are,
l’ossa del vinto Odrisio
non volgerebbe il mare.

     Ami domán chi libero
110fu da’ bei lacci ognora,
e chi d’Amor fu ligio
ami domane ancora.