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Pagina:Poeti minori del Settecento I.djvu/220

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210 clemente bondi


8
Tempo forse verrá, giovani eroi,
che a piú largo teatro il mondo aspetta;
tempo, dico, verrá, che alcun di voi,
cui troppo amor di libertade alletta,
se mai talvolta tra i piaceri suoi
questa chiami al pensier vita soggetta,
forse i diletti semplici e innocenti
di questo giorno con dolor rammenti.
9
Ma dove il non piacevole pensiero
per troppo caldo immaginar travia?
Dal fosco, ove inoltrò, non suo sentiero
torni la storia a piú fiorita via;
e, richiamando il vago stil primiero,
del riso amica, la gentil Talia
gli usati scherzi e il lieto suon di prima
renda di nuovo alla festevol rima.
10
Giá con le selle indosso i buon giumenti,
di fien satolli e saporoso grano,
fuor della stalla contro voglia e lenti
usciano, tratti per le briglie a mano;
ma poi sul prato di partir contenti
scotean le orecchie, e per l’erboso piano
saltellavan qua e lá, del lor soggiorno
l’orme lasciando e i monumenti intorno.
11
Quand’ecco il buon Filen, che l’ore conta,
e in mano attento l’orologio tiene,
la turba aduna, che vivace e pronta,
le lunghe sferze esercitando, viene.
Ecco ciascun su l’asino rimonta,
e il cammin piega alle felsinee arene;
ma, il piccol loco abbandonando, gira
il guardo addietro e nel partir sospira.